mercoledì 23 gennaio 2008

DOM QUIXOTE


Tutte le mattine percorre con il suo
scassato destriero, dotato di scudo
del Tucano, le tortuose vie
che portano all'officina.
Vederlo tutto di nero vestito
produce sordidi pensieri
in tutte le leggiadre fanciulle
che popolano il borgo alle prime luci del giorno.
Il portamento regale, la destrezza nel condurre
la fiera, il modo scaltro di superare gli ostacoli lungo il percorso
sono già alla base di leggende metropolitane
che si trasmettono nei corridoi della
via ferrata sotterranea (subway)
e nelle botteghe dei conciatori del centro (Camper di Via Torino).
Sotto l'elmo anch'esso nero, indossa prodigiosa
maschera, dalla sua bella tessuta, che impedisce
la visione del suo viril viso ai più, ma garantisce
al nostro il controllo dei suoi rivali che ne vogliono
impedire il primato sulle strade meneghine.
Ma la battaglia più dura ch'egli è obbligato a combattere
è contro i grandi tramvai gialli e verdi che scorrono
imperturbabili sulle vie obbligate e che non fanno
caso alla leggendaria figura che inebria con
la sua presenza la fredda mattina o il triste meriggio
del caput loci lombardo.
Anzi per dirla tutta, to say it all, essi con fare spavaldo
e noncurante cercano in tutti i modi di affettare il nobile
didietro del nostro eroe, sonando minacciosi il loro infernal trillo
ogniqualvolta egli avvolto dalla sua aura di invincibilità
li dribbla a due a due per raggiungere libero dall'incombenza
il primato al semafero.
Talvolta però anche uno spirto impavido come il nostro,
shit himself inside his trousers, che in volgar idioma tradotto
significa che non aspetta la sosta al luogo di ristoro
per dar libero sfogo alle sue vigorose espressioni corporee,
poiché i tramvai felloni sfidandolo a singolar tenzone,
lo imprigionano in mezzo ai loro ferrici corpi
del color dell'inferno, trasformando il nostro
e il suo destriero in smilzo ripieno d'odioso fast food
(cheese burger).
Ma nulla può impedire l'avanzar imperterrito del nostro
eroe che sempre ogni dì raggiunge la stamperia
del suo indipendente foglio che allieta con storie
piccole e grandi slanci sentimentali tutta la generazione
dei suoi amabili coetanei e ispira con le sue mitologiche
gesta le generazioni vetuste e pivelle.

lunedì 7 gennaio 2008

OPA SUL SUDICIUME




Il vuoto di potere che si è venuto
a creare durante il congedo natalizio
sembra aver stimolato cordate di falchi
senza scrupoli che hanno dato inizio
alla scalata per la proprietà della nostra testata.
Asserragliato nel suo quartier generale,
il nostro direttore cerca di parare con
il suo solito indomito coraggio le bordate
di questi feroci riders che cercano in tutti modi
di accaparrarsi la nostra gioiosa testata e mettere a
tacere il nostro organo di libera espressione.

Pare che Rupert Murdoch abbia espresso
un chiaro interessamento per la nostra testata
perché dopo il Wall Street Journal, il suo piano
di sviluppo prevederebbe l'acquisizione di
affermato organo di informazione diffuso
soprattutto tra i quasi quarantenni in crisi.


Il nostro direttore è convinto che i soldi non facciano
la felicità anche se si è reso conto che è sempre più solo
in questa fragile convinzione visto che alla domanda sul regalo
di natale più gradito, i suoi lettori hanno risposto in massa 15.000,00 euro
privilegiando solo per un pelo, ( e che pelo osererebbe dire qualche volgare commentatore)
la signora Gisele Bundchen.

Allora il nostro si chiede adesso, roso dal dubbio e dalla sua alta statura morale:
lasciare che le multinazionali, le industrie della comunicazione, la BBC, Discovery Channel, Disney Channel si accaparrino il nostro povero ma ricchissimo di idee Sudiciume 2007 (ormai 2008)attraverso offerta economica che permetterebbe al nostro direttore di vivere di rendita,farsi la barca e dar inizio alle tipiche imprese un pò beote del classico tycoon della comunicazione, tipo:
  • salire sulla Torre Branca nudo ma con un fiore in mano e il bandana del Sudiciume che recita "C'ho in testa solo Il Sudiciume",

  • imporre alla propria redazione di buttarsi dalla Torre Branca con macchina aerea concepita dallo stesso direttore che schiantandosi sulla Triennale darebbe vita a opera d'arte del filone "Very Instant Art"

  • dar vita ad una compagnia aerea low cost che trasmette in perpetua rotazione solo film tipo "Lo chiamavano Trinità" sui voli nazionali e "Continuavano a chiamarlo Trinità" su quelli transoeceanici con hostess vestite da geishe con kimoni marchiati "Il Sudiciume è il mio mestiere"

  • decidere di risalire il fiume Hudson a nuoto in compagnia dei salmoni durante la stagione degli amori con una tuta griffata che recita "Col Sudiciume sei sempre controcorrente!!"
oppure perseverare nella sua
ostinata e forse miope difesa dell'indipendenza
dell'organo di informazione.

Il nostro seppur con opinione già formata, chiede al suo folto pubblico
di lasciare commenti in proposito, sicuro che la lungimiranza
della sua folta platea saprà consigliarlo nel modo più opportuno.

Intanto l'eccitazione per l'ideazione di ulteriori imprese impossibili rende il nostro
direttore sempre più instabile e preda dei suoi deliri più profondi.

Si spera solo che non si faccia vivo Ricucci.