
Correre la maratona é dimostrare di far parte del genere umano, condividere i gesti, le paure, le inquietudini e le speranze.
E' cercare l'armonia insieme agli altri e degli altri, esorcizzare i timori con un gesto universale.
E' dimostrare che si puo' controllare lo spazio fisico del mondo, percorrerlo sino a non avere più forze.
E' finire la lunga corsa e sentire da subito il bisogno di correrne un'altra perché questo mondo é grande e noi siamo piccoli.
E' tanto simile alla vita questa corsa, le nuvole lasciano il posto al sole, il sole alla pioggia, il ciccione al magro, il caracollante al super allenato, la banana al cetriolo.
E' guardare gli altri e capire che siam tutti uniti nello stesso casuale destino.
E' farlo con un amico che resterà sempre nella memoria perché anche se corre molto più veloce di te ti ha accompagnato in un percorso unico e irripetibile.
E' continuar parossistico a far pipi' prima della partenza perché non si riesce a trattenere l'emozione.
E' l'uso smodato di vasellina del mio amico Ico.
E' superare tranquillo un soul mate vestito da King Kong che lo tiene prigioniero in una gabbia
E' tenere in mano un cetriolo sotto la pioggia al 35esimo chilometro
E' un arrivo leggendario in uno stadio che gronda di pioggia e di storia.
E' il sorriso pieno di grande gioia di Francesca, Lollo e Franci al mio ingresso
E' un bambino dolcissimo che mi rimuove con estrema cura e gentilezza il chip dalla scarpa facendo attenzione di non farmi male ai piedi.
E' una serie interminabile di culi e lamenti che vedo e sento entrando nella dressing room dei maschi alla fine della corsa
E' un ritorno dolente ma con gioia straripante a Stureby insieme ad altre quindicimila persone
E' entrare nella Villa di Dominik e lasciar fluire libere le endorfine
E' parlare con tutti della magica esperienza passata
Continua dolce a farsi spazio nella memoria questo sofferente viaggio svedese